valorizzazione del territorio

Un nuovo "attacco" di Officina Gerenzone al degrado della Vallata

"Un invito affinché la popolazione tutta riscopra, tuteli e soprattutto si riappropri del proprio territorio"

Un nuovo "attacco" di Officina Gerenzone al degrado della Vallata
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Nella serata di ieri, mercoledì 23 luglio 2025, Officina Gerenzone ha organizzato un nuovo "attacco" (positivo) contro il degrado della Valle del Gerenzone. Un obiettivo che recentemente ha visto il vivace sodalizio uscire vittorioso da impegnative "battaglie" contro il pattume e le sterpaglie che negli ultimi anno hanno invaso, indisturbati e senza troppi riguardi, i canali in secca dell’ex filatoio Spreafico di via Ramello a Laorca e la zona del Paradone, dove d'intesa con il Comune di Lecco è in fase di definizione il progetto di restauro conservativo del vecchio casello del custode.

Un nuovo "attacco" di Officina Gerenzone al degrado della Vallata

Stavolta gli instancabili volontari, guidati dal presidente Paolo Colombo, hanno spostato "il fronte" su un luogo di alta valenza simbolica per la Vallata, ovvero la zona sottostante il ponte di via Oslavia dove sopravvive l’imbocco della roggia che portava acqua al complesso della Panigada. Un luogo di antica e complessa dinamica industriale, essendo documentato già a fine Cinquecento come folla da panni dei mercanti Rota. A seguire divenne fucina e maglio delle famiglie Mornico e Ceresa, quest’ultimi committenti del bel caseggiato civile settecentesco che a breve verrà demolito - nonostante il luogo abbia raccolto, nel giro di appena un mese, oltre settemila voti di cittadini in occasione dell'iniziativa nazionale de "I Luoghi del Cuore".

Sotto le oramai rodate ramazze e cesoie dei volontari di Officina Gerenzone hanno ritrovato respiro non solo il camminamento sottostante il ponte di via Oslavia (passaggio non particolarmente felice da percorrere, soprattutto in orario notturno) ma soprattutto il tratto iniziale del canale con le due grandi chiuse ancora in buon essere. La roggia così ripulita ha rivelato dettagli molto interessanti come il vecchio muro di sostegno del soprastante passaggio pedonale, dove a sorpresa si rivela la bella galleria di scarico della derivazione del torrente Gerenzone che dava moto all’impianto del grande cotonificio fondato tra il 1811 e il 1814 dall’imprenditore strasburghese Federico Schmutz, in seguito pervenuto ai Grassi, ai Fritsch e ai Sangregorio.

"Il fondo della roggia, liberato da rovi e pattume, consente di leggere le modifiche attuate al manufatto nel corso del tempo: le ultime probabilmente in occasione della costruzione del ponte di via Oslavia, sostenuto da una selva di esili e degradati pilastri di sostegno - spiegano i volontari - Il canale, di fondazione cinquecentesca, era animato dal passaggio dell’acqua fino a pochi anni fa; stupidamente chiuso, ha accolto in breve tempo detriti e sterpaglie, non mancando incivile e poco edificante pattume. In meno di un’ora l’azione di Officina Gerenzone volontari ha rimosso e cancellato questo accumulo di materiale improprio, restituendo non solo luce e dignità ai preziosi manufatti e rendendo più pulito (e quindi meno pauroso) il passaggio pedonale sottostante via Oslavia. I numerosi passanti hanno ringraziato i volontari per la loro fattiva (soprattutto costante e non sporadica) opera di civiltà. Un piccolo segno di speranza che non vuole essere un merito fine a se stesso ma un invito affinché la popolazione tutta riscopra, tuteli e soprattutto si riappropri del proprio territorio".

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