Jihadista arrestato, i partiti di destra esultano
Il sottosegretario Nicola Molteni e la segreteria provinciale della Lega sottolineano l'importanza del Decreto Sicurezza

La notizia dello jihadista arrestato in provincia di Lecco sta inevitabilmente facendo discutere. E ha scatenato alcune reazioni politiche, soprattutto dai rappresentanti dei partiti di destra.
Su tutti il sottosegretario al Ministero dell'Interno, il leghista Nicola Molteni, che ha parlato di un arresto "reso possibile proprio dalle nuove norme inserite nel Decreto Sicurezza".
Jihadista arrestato, le parole di Molteni
"L’arresto in provincia di Lecco di un giovane straniero per propaganda jihadista è stato reso possibile proprio dalle nuove norme inserite nel Decreto Sicurezza. Fra i provvedimenti compresi nel decreto, ora in attesa della conversione in legge alla Camera, ce ne sono infatti alcuni mirati al contrasto del terrorismo e alla prevenzione del fondamentalismo islamico, come il nuovo reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo. Una norma indispensabile per intervenire tempestivamente a bloccare i radicalismi e il fondamentalismo islamico che si annida nel nostro Paese - ha commentato Molteni - Ringrazio la Digos della Questura di Milano-Sezione Antiterrorismo internazionale e della Questura di Lecco, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione-Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo esterno, per la brillante operazione, che conferma come la professionalità e la capacità di prevenzione rispetto ai fenomeni del radicalismo e del fondamentalismo rimangono di altissimo livello per la sicurezza dei cittadini".
Il sottosegretario leghista ha dunque concluso: "Nel Decreto Sicurezza abbiamo introdotto il reato 270 quinquies comma 3 sulla detenzione di materiale con finalità di terrorismo, punita con la reclusione da 2 a 6 anni, e sulla diffusione online di istruzioni per compiere atti violenti o sabotaggi, per cui è prevista la reclusione da 6 mesi a 4 anni".
Il commento del segretario provinciale del Carroccio
Anche la segreteria provinciale della Lega ha commentato l'arresto. “Si tratta di un’operazione che dimostra ancora una volta l’efficacia delle forze dell’ordine nel contrasto al terrorismo internazionale e alla minaccia dell’estremismo islamico - dichiara il Segretario Provinciale Daniele Butti - Un risultato possibile anche grazie al Decreto Sicurezza voluto dalla Lega e dal nostro leader Matteo Salvini e dal Sottosegretario all’interno Nicola Molteni, che ha introdotto strumenti normativi fondamentali per prevenire e colpire tempestivamente chi rappresenta un pericolo per la sicurezza dei cittadini”.

In particolare, la Lega di Lecco ha tenuto a sottolinare come la nuova fattispecie di reato – introdotta nel decreto e relativa alla detenzione di materiale con finalità di terrorismo – abbia permesso di agire in modo rapido ed efficace. “Grazie a queste misure concrete, oggi l’Italia è più sicura”, prosegue la nota. “Un ringraziamento va a tutte le donne e gli uomini delle forze dell’ordine coinvolti, per il loro impegno instancabile e la professionalità che continuano a dimostrare sul campo”.
Le parole di Zamperini

Reazioni anche in casa Fratelli d'Italia, per voce del consigliere regionale Giacomo Zamperini. "L’arresto di oggi conferma, ancora una volta, che non possiamo permetterci di abbassare la guardia di fronte alla minaccia del terrorismo di matrice islamista. Le Forze dell’Ordine e gli apparati di sicurezza stanno facendo un lavoro straordinario, ma serve un impegno costante e strutturato anche sul fronte della prevenzione - ha commentato Zamperini - È fondamentale rafforzare i controlli su moschee non autorizzate e nei centri abusivi dove operano predicatori radicalizzati, perché è lì che spesso germogliano le ideologie dell’odio. Chi sceglie di integrarsi, rispettando le nostre leggi e valori, è parte importante della nostra comunità, indipendentemente dalla religione. Ma chi trama per colpire il nostro Paese in nome di un fanatismo religioso va individuato, fermato e reso inoffensivo — auspicabilmente facendo scontare poi la pena nel proprio Paese di origine. La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto. Serve fermezza, ma anche lucidità: nessuna tolleranza per chi, in nome della jihad, trasforma la religione in strumento di morte e terrore".