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Il miracolo della neurochirurgia a Lecco: a 22 anni Nimrod riacquista la vista e la speranza grazie a un intervento salvavita

Arrivato quasi cieco dal Kenya, il giovane Nimrod è tornato a vedere grazie all’intervento dell’équipe di Neurochirurgia dell’Ospedale Manzoni di Lecco e alla determinazione straordinaria di suo padre.

Il miracolo della neurochirurgia a Lecco: a 22 anni Nimrod riacquista la vista e la speranza grazie a un intervento salvavita
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Immaginate di avere 22 anni, di essere uno studente che guarda al futuro con impegno e sacrificio. Immaginate l’aspirazione di riscatto e la voglia di avere un futuro migliore. Immaginate che un giorno la vostra vista si offuschi e che la situazione peggiori inesorabilmente. Poi immaginate di vivere in un paese che non vi offre la possibilità di guarire, di vivere, di avere un futuro. Sì, perché il protagonista di questa storia di riscatto si chiama Nimrod, ha 22 anni e viene dal Kenya. A Lecco ha riavuto la vista. Ha riavuto il futuro. Ha riavuto la speranza. Tutto questo non solo grazie all’enorme competenza della equipe che lo ha operato, ma anche grazie a un papà che ha lottato per lui con le unghie e con i denti. All’Ospedale Manzoni di Lecco infatti si è compiuto un piccolo miracolo medico. L’équipe della struttura complessa di Neurochirurgia, diretta dal dottor Leonardo Fiori, ha eseguito un intervento ad altissima complessità sul giovane paziente keniota, affetto da una grave patologia cerebrale che metteva a rischio irreversibile la sua vista.

Il miracolo della neurochirurgia a Lecco: a 22 anni Nimrod riacquista la vista e la speranza grazie a un intervento salvavita

Il dottor Fiori, insieme alla neurochirurga Daniela Vismara, ha operato per rimuovere una massa tumorale che comprimeva le vie ottiche del giovane, che da circa un anno accusava importanti disturbi visivi. La risonanza magnetica aveva evidenziato una lesione espansiva extrassiale a morfologia bilobata, situata in una zona delicatissima alla base del cranio. La massa esercitava una forte pressione sul chiasma ottico, provocando danni gravi e potenzialmente permanenti.

L’intervento, condotto ad aprile, ha consentito la completa rimozione della massa e la decompressione delle strutture nervose dell’apparato visivo. I risultati sono stati sorprendenti: già pochi giorni dopo l’operazione, il paziente ha mostrato un recupero quasi completo della vista nell’occhio destro, e miglioramenti anche nel sinistro.

Il protagonista di questa vicenda  Nimrod come detto  è uno studente ventiduenne di Nairobi, iscritto alla facoltà di informatica. Circa un anno fa, Nimrod ha iniziato ad avvertire disturbi visivi che si sono rapidamente aggravati. Un primo controllo oculistico non aveva rilevato nulla di anomalo, ma i sintomi continuavano a peggiorare.

Nell’aprile 2024, la situazione si è fatta critica: una risonanza magnetica ha evidenziato una lesione bilobata che dislocava il chiasma ottico e inglobava il nervo ottico sinistro, compromettendo gravemente la vista. I medici del Kenyatta National Hospital di Nairobi avevano confermato la necessità di un intervento chirurgico urgente, ma non erano in grado di eseguirlo in tempi compatibili con la gravità del quadro clinico.

A quel punto, il padre di Nimrod, James, operatore socio-sanitario in servizio all’Istituto Airoldi e Muzzi di Lecco, ha preso una decisione drastica: riportare il figlio in Italia per garantirgli l’assistenza necessaria.

«Sono venuta a conoscenza della storia di Nimrod alla fine dello scorso anno, grazie a una dottoressa dell’Istituto Airoldi e Muzzi di Lecco – ha raccontato la dottoressa Daniela Vismara –. Mi ha parlato di questo giovane studente keniota, figlio di James, OSS che lavora all'interno della casa di riposo, affetto da una neoplasia al cervello. Una patologia che lo aveva reso praticamente cieco e che, nel suo Paese, non veniva curata. Sono riuscita a ottenere una risonanza magnetica di Nimrod e, a quel punto, ho capito che avremmo potuto operarlo».

Superate le difficoltà burocratiche, Nimrod è arrivato in Italia a marzo 2025, grazie all’instancabile impegno del padre. Ha ottenuto un visto turistico, la tessera sanitaria ed è stato inserito con urgenza nel programma operatorio dell’Ospedale Manzoni.

«Nel giro di venti giorni siamo entrati in sala operatoria e siamo riusciti a rimuovere la massa, restituendogli in parte la vista, che si era quasi completamente persa – ha spiegato Vismara –. Nimrod aveva ricevuto la diagnosi circa un anno fa, quindi il danno neurologico era già molto esteso. Ora vede dall’occhio destro, e speriamo che possa recuperare almeno in parte anche la vista dal sinistro».

Il dottor Fiori, primario della struttura complessa da marzo («Qui a Lecco ho trovato persone eccezionali, una squadra che sicuramente sarà in grado di affrontare le sfide del futuro e di tenere alto il nome di un reparto fondato da un medico che ha fatto la storia della Neurochirurgia come il professor Alberto Dorizzi») ha sottolineato l’eccezionalità dell’intervento: «Di solito, questi interventi devono essere eseguiti rapidamente, altrimenti i danni possono diventare irreversibili. Temevamo che tutto il tempo trascorso tra la diagnosi e l’intervento chirurgico su Nimrod avesse provocato danni irreparabili. Un altro rischio concreto era che le strutture fossero talmente fragili che anche il più piccolo gesto chirurgico potesse causare ulteriori lesioni. Abbiamo affrontato una situazione estremamente delicata. C’erano aderenze tenaci tra la lesione e i nervi ottici, ma la nostra priorità assoluta era restituire la vista. E ci siamo riusciti, con risultati che hanno superato le nostre aspettative».

Papà James, Nimrod e il dottor Fiori

Il ringraziamento di papà James e di Nimrod

Toccanti le parole del padre di Nimrod, James, che ha combattuto senza sosta per dare al figlio una nuova possibilità:
«Oggi siamo qui per ringraziare tutti per quello che avete fatto. Nimrod non vedeva bene, vedeva solo grigio. All’inizio, in Kenya, gli avevano detto che non aveva nulla. Poi hanno scoperto due tumori. Doveva fare visite ogni lunedì, ma non c’erano posti disponibili, né chirurghi. Dopo tre mesi di attesa estenuante, ancora nulla. A quel punto ho preso le ferie e sono andato in Kenya, ma non sono riuscito a portarlo in Italia. A gennaio abbiamo fatto una nuova domanda per il visto, e finalmente Nimrod lo ha ottenuto. E ora la sua vita è cambiata. Stava frequentando il secondo anno di università, e ora, grazie a voi, può continuare a studiare. Lui merita questa speranza».  «Ora vedo da un occhio ed è una cosa incredibile: posso camminare da solo non pensavo che fosse possibile» ha aggiunto il giovane

Una storia eccezionale in Neurochirurgia ma non unica

«Quella che vi abbiamo raccontato è una storia eccezionale – ha sottolineato la dottoressa Alessandra Grappiolo, Direttore Sanitario dell’ASST Lecco –. Ma non è l’unica, perché nella neurochirurgia di Lecco, aperta dal 1965, c’è un gruppo bello forte e capace che si è reso protagonista di un meraviglioso successo  ma anche di tante belle storie quotidiane.»

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