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Primo Maggio a Lecco, 1 morto sul lavoro ogni 8 ore: "Bisogna cancellare la precarietà"

Magni: "La sicurezza deve essere considerata un investimento e non un costo"

Primo Maggio a Lecco,  1 morto sul lavoro ogni 8 ore: "Bisogna cancellare la precarietà"
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580.571 infortuni in un anno, il 2024: 1.065 al giorno, 67 ogni ora, uno al minuto in Italia. I morti sul lavoro sono stati 1.090: 3 al giorno, uno ogni 8 ore. Dati inquietanti, quelli snocciolati questa mattina, giovedì 1° maggio 2025, da Gian Franco Longhi, presidente di ANMIL Lecco, durante la tradizionale cerimonia del Primo Maggio a Lecco, organizzata dall’associazione insieme al Comune e alle sigle sindacali. Una giornata dedicata, ancora una volta, al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, perché quella delle vittime e degli infortunati sul lavoro in Italia è una ferita ancora aperta.

Primo Maggio a Lecco, 1 morto sul lavoro ogni 8 ore: "Bisogna cancellare la precarietà"

La cerimonia si è svolta, come da tradizione, davanti al Monumento ai Caduti sul Lavoro realizzato da Pablo Atchugarry. Presenti, oltre al presidente Longhi, la vicesindaco di Lecco Simona Piazza, il questore Stefania Marrazzo, il prevosto di Lecco monsignor Bortolo Uberti, il consigliere provinciale Luca Caremi, il sottosegretario regionale Mauro Piazza, il consigliere regionale Gina Mario Fragomeli, il senatore Tino Magni, presidente della Commissione d'Inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro in Italia, e i rappresentanti di Cgil Lecco, Cisl Monza Brianza e Uil del Lario.

"Il 28 aprile, nella Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, un lavoratore ha perso la vita in una cava di marmo a Carrara: il suo camion è precipitato in un burrone. Nello stesso giorno si è celebrata anche la Giornata mondiale per ricordare le vittime dell’amianto. Due ricorrenze che, purtroppo, coincidono con una tragedia reale e attuale. È una situazione drammatica, che ci impone di riflettere: non possiamo e non dobbiamo accettare che l’infortunio faccia parte della normalità del lavoro – ha sottolineato Longhi  -  "L'Amnil ha fissato un obiettivo importante: portare la cultura della sicurezza nelle scuole. Perché la sicurezza, se la si impara da ragazzi, diventa parte integrante del modo di vivere e lavorare. Se fa parte del bagaglio di competenze che ogni persona porta con sé nel mondo del lavoro, al pari delle capacità tecniche e personali, allora lavorare in sicurezza potrà davvero diventare una realtà. Ed è proprio sui giovani che dobbiamo investire. Sono loro il futuro, e proprio a loro dobbiamo trasmettere l’idea che gli infortuni non devono mai essere una tappa inevitabile del percorso lavorativo. Devono essere cancellati dal loro orizzonte, dal loro curriculum, prima ancora che accadano".

Gian Franco Longhi, presidente di ANMIL Lecco


"E cosa chiediamo ai datori di lavoro? Chiediamo una cosa semplice ma fondamentale: che vengano mantenute tutte le misure di sicurezza sui macchinari, che vengano applicati con costanza tutti i protocolli. La sicurezza non può essere lasciata al caso, né rimandata. Ai lavoratori chiediamo altrettanta responsabilità: rispettare le procedure, lavorare con attenzione, controllare sempre il corretto funzionamento dei dispositivi, segnalare ogni anomalia Anche le parti sociali hanno un compito preciso: devono vigilare, controllare, ma soprattutto sostenere sia i datori di lavoro che i lavoratori nel percorso verso ambienti di lavoro più sicuri. Nessuno può chiamarsi fuori da questa responsabilità. E infine, allo Stato e agli enti preposti chiediamo di essere presenti. Chiediamo che vengano formati e inviati ispettori nelle aziende, non solo per leggere documenti e verbali, ma per osservare, per toccare con mano, per individuare le criticità lì dove nascono: sul campo, non sulla carta."

La vicesindaco Piazza ha voluto ricordare le vittime, donne e uomini che hanno perso la vita mentre svolgevano la loro professione, spesso a causa della mancanza di sicurezza o del mancato rispetto delle norme.

La vicesindaco Simona Piazza


"Anche la nostra provincia di Lecco, nonostante l’impegno di molte realtà produttive virtuose e degli organi di controllo, purtroppo conosce ancora troppo bene il dolore di queste perdite" – ha sottolineato Piazza – "Anche quest’anno desidero citare una voce autorevole, la più autorevole del nostro Paese: quella del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che lo scorso autunno, in occasione della 74ª Giornata per le Vittime del Lavoro, si è espresso con fermezza e chiarezza: “La sicurezza sul lavoro è una priorità permanente della Repubblica. Ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora.”
Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ogni persona, perché il lavoro deve essere un luogo di crescita e realizzazione personale — non un rischio per la propria incolumità. Il lavoro è un diritto, sancito dalla nostra Costituzione. Ma deve essere anche dignità, tutela e vita. Parlare di sicurezza sul lavoro significa parlare di civiltà, di giustizia sociale e di futuro. Non è solo una questione tecnica o sociale: serve responsabilità da parte di tutti — delle istituzioni, delle imprese, dei lavoratori, del mondo della formazione.
Quest’anno voglio concludere ricordando il luogo in cui ci troviamo oggi, un luogo che, anche come assessora alla cultura di questa città, sento particolarmente caro. Siamo infatti davanti a un monumento simbolico, spesso dimenticato nel nome: il Monumento alla Civiltà e alla Cultura del Lavoro Lecchese. Quest’opera, realizzata nel 2002 dal grande artista Pablo Atchugarry, celebra la nostra comunità e il suo profondo legame con il lavoro, inteso come realizzazione di sé e come contributo alla società. Il lavoro come una delle grandi tradizioni del nostro territorio. Ed è proprio sulla cultura del lavoro che dobbiamo agire, portando nei luoghi dell’educazione e della formazione una maggiore consapevolezza e attenzione alla cultura della sicurezza. Infine, accanto alle vittime, desidero rivolgere un pensiero ai loro familiari e ai loro cari, a coloro che restano. Per loro, oggi — fuori da ogni retorica — siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno, perché la sicurezza sul lavoro non può essere una scelta facoltativa, e perché la prevenzione diventi una priorità assoluta, affinché tragedie come queste non accadano più."

Il senatore Magni ha parlato di una escalation del fenomeno. "Una delle responsabilità maggiori è la precarietà. È inquietante pensare al crescente numero di morti sul lavoro over 65. Questo significa che c'è un allungamento del tempo del lavoro, e questo comporta evidentemente maggiori rischi. Tanti anche i morti giovani e giovanissimi, under 25, perché non c'è un'adeguata preparazione, formazione, perché spesso è un lavoro somministrato"

Primo Maggio a Lecco, 1 morto sul lavoro ogni 8 ore: "Bisogna cancellare la precarietà"
Il senatore Tino Magni

"Bisogna ridurre la precarietà, bisogna ridurre la logica dei subappalti e fare in modo che l'impresa si assuma la responsabilità dall'inizio alla fine. Possiamo aumentare i controlli, ma non basterà mai: bisogna intervenire sulla cultura della formazione. Dobbiamo coinvolgere imprese e parti sociali costruendo una governance in cui tutti i soggetti si sentano responsabili. La sicurezza deve essere considerata un investimento e non un costo. Troppo diffuso lo sfruttamento, troppo diffuso il caporalato: ma non possiamo e non dobbiamo scoprire queste cose solo quando ci sono dei morti. Lo sforzo unitario della Commissione che presiedo non basta. Il Governo ha messo a disposizione nuove risorse, ma dobbiamo fare in modo che tutti insieme si lavori per governare un processo."

Il consigliere provinciale Caremi ha citato l'articolo 46 della Costituzione, che parla della compartecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende.

Primo Maggio a Lecco, 1 morto sul lavoro ogni 8 ore: "Bisogna cancellare la precarietà"
Il consigliere provinciale Luca Caremi


"Potrebbe essere una soluzione per portare in azienda istanze che non vengono considerate" – ha specificato – "Si tratta di un modello che è già stato adottato in Germania e funziona, che permette di fare scelte anche difficili ma con una contrattazione interna. L'augurio è non doverci trovare ancora l'anno prossimo a fare la triste conta delle vittime.
La speranza è che, con risorse e buona volontà, inizi un cammino che porti a creare delle condizioni di lavoro sempre migliori per tutto il sistema Italia."

Primo Maggio a Lecco, 1 morto sul lavoro ogni 8 ore: "Bisogna cancellare la precarietà"

Mario Stojanovic

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