Metalmeccanici in sciopero a Lecco al grido di "Contratto e salario"
Rivendicazioni per salari più alti, maggiore sicurezza e rinnovo del contratto nazionale
Metalmeccanici in sciopero a Lecco oggi, venerdì 28 marzo 2025, per protestare contro l’interruzione della trattativa avvenuta in entrambi i tavoli di Federmeccanica e Unionmeccanica per il rinnovo del CCNL di categoria. Sotto le bandiere, i vessilli e gli striscioni dei sindacati FIM CISL, FIOM CGIL e UILM, i lavoratori si sono ritrovati questa mattina davanti al centro commerciale Meridiana e poi, al grido di "Contratto, contratto", hanno sfilato fino ai cancelli dell'Arlenico.
Al centro delle rivendicazioni dei metalmeccanici, in primo luogo, la questione salariale, anche a fronte del rapporto fornito dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) che certifica che in Italia il potere d’acquisto dei salari è calato dell’8,7% dal 2008 al 2024.
Metalmeccanici in sciopero a Lecco al grido di "Contratto e salario"
"Vogliamo salari più alti, più sicurezza nei luoghi di lavoro, più rispetto per chi ogni giorno tiene in piedi l’industria di questo Paese. E invece, ci troviamo a dover difendere diritti minimi e rincorrere risposte che non arrivano mai - ha detto Gabriella Trogu, segretaria del sindacato dei metalmeccanici Uil delle province di Lecco, Como e Sondrio - La nostra controparte parla di competitività, ma dimentica che senza dignità non c’è futuro per nessuna impresa. Le lavoratrici e i lavoratori non possono essere sempre l’anello debole. La pazienza è finita. Oggi scioperiamo perché pretendiamo attenzione, perché la nostra voce conta, perché senza di noi nessuna produzione va avanti. Oggi siamo qui. Domani potremo essere ancora di più, ancora più determinati, uniti e consapevoli. La nostra lotta è giusta. E non ci fermeremo."

Secondo Lorenzo Ballerini della Fim Cisl, poter giocare un ruolo attivo nelle scelte delle aziende significa tutelare i lavoratori rispetto al costo della vita e affrontare le sfide dell’innovazione e del cambiamento imposte dal mercato, che troppo spesso proprio i lavoratori rischiano di subire.
"Rinnovare il contratto non è uno sfizio, né un’eredità del passato da mantenere per abitudine. Assolutamente no. Il contratto nazionale è lo strumento che ci tutela, stabilendo regole minime che ci difendono dai soprusi, ci danno voce e ci permettono di far valere i nostri diritti - ha aggiunto il sindacalista della Cisl - Vogliamo rinnovare il contratto per un lavoro più giusto, un salario più equo e una fabbrica sicura, in cui nessuno rischi la vita e tutti possano tornare a casa la sera. Vogliamo costruire un futuro migliore, non solo per noi, ma anche per i nostri figli. Noi lottiamo per il rinnovo del contratto. Se le aziende non ci stanno, non possiamo restare indifferenti: è una sfida che riguarda tutti noi. E noi siamo pronti a scommettere sul futuro, perché il futuro è nostro. Rinnoviamo il contratto e continuiamo la lotta!"

In continuazione con le mobilitazioni già organizzate negli ultimi tre mesi, le sigle sindacali hanno confermato il blocco degli straordinari e delle flessibilità con l’obiettivo di riconquistare un tavolo negoziale che riporti al centro della discussione la piattaforma votata all'unanimità dai lavoratori.
"Il salario è ciò che ci consente di fare una vita dignitosa e di dare una sicurezza economica ai nostri cari. Faremo le nostre rivendicazioni fino a che Federmeccanica e Unionmeccanica non ci daranno ascolto - ha concluso Fabio Anghileri della Fiom Cgil - Rispetto alla nostra piattaforma e non rispetto a quanto da loro proposto".
"La dignità delle lavoratrici e dei lavoratori parte proprio da quella piattaforma che è stata votata all'unanimità. Noi, a livello locale, ma anche a livello nazionale, stiamo portando avanti una serie di proposte eque e per questo non esiteremo a far vedere quanta forza possano avere le metalmeccaniche e i metalmeccanici uniti!"









Mario Stojanovic