Giovanni Palatucci, “Eroe Silenzioso” ricordato a Lecco
A distanza di 80 anni dalla sua morte, il sacrificio di Giovanni Palatucci rimane un esempio luminoso di altruismo e dedizione.
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Oggi, 10 febbraio 2025, ricorre l’anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile e riconosciuto come “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato migliaia di persone dal genocidio nazista.
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Giovanni Palatucci, “Eroe Silenzioso” ricordato a Lecco
Palatucci, in servizio dal novembre 1937 all’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume, ha dedicato la sua vita a salvare migliaia di ebrei, rischiando la propria per proteggere coloro che erano perseguitati a causa delle leggi razziali e politiche dell'epoca. Durante il suo operato, si distinse per l’umanità e il coraggio nell’affrontare le difficoltà del contesto storico.
Il 13 settembre 1944, Giovanni Palatucci fu arrestato dalla polizia di sicurezza tedesca e tradotto nel carcere Coroneo di Trieste. Condannato a morte, ma successivamente graziato, fu deportato il 22 ottobre 1944 nel campo di concentramento di Dachau, dove venne identificato come numero di matricola 117826. Malato e ridotto allo stremo delle forze, Palatucci morì nel campo di concentramento, lasciando un’eredità che va oltre la sua morte.
Nel Giubileo del 2000, Papa Giovanni Paolo II lo ha incluso tra i martiri del XX secolo, e nel 2004 la Chiesa Cattolica ha avviato il processo di beatificazione, dichiarandolo “Servo di Dio”. La sua figura rimane un faro di coraggio, altruismo e speranza in un periodo di inenarrabili atrocità.
In sua memoria, oggi sono state celebrate due cerimonie commemorative organizzate dalla Polizia di Stato: una a Lecco, in Riva Martiri delle Foibe, dove è stato piantato un ulivo in suo onore, e un’altra a Malgrate, lungo il nuovo Lungolago, dove un albero simboleggia il suo sacrificio. Entrambi gli eventi hanno visto la partecipazione di autorità locali, tra cui il Prefetto di Lecco, il Questore, e i Comandanti delle Forze dell'Ordine provinciali.
A distanza di 80 anni dalla sua morte, il sacrificio di Giovanni Palatucci rimane un esempio luminoso di altruismo e dedizione. Le parole che lui stesso rivolse ai suoi collaboratori prima della deportazione, “La Polizia significa vita, quella vita che serve ad aiutare il prossimo”, continuano a ispirare le generazioni future, custodendo il ricordo di un eroe silenzioso che ha donato la sua vita per gli altri.
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Mario Stojanovic