LA CERIMONIA

Giorno del Ricordo: omaggio di Lecco alle vittime delle Foibe

“Ricordare non significa idealizzare o consacrare il passato, ma guardare agli eventi con gli occhi della storia. E, questa volta, con gli occhi dell'umanità, impegnandoci affinché le tragedie del passato non si ripetano mai più"

Giorno del Ricordo: omaggio di Lecco alle vittime delle Foibe
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La Repubblica italiana riconosce il 10 febbraio come Giorno del Ricordo, celebrato per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del nostro confine orientale.

Giorno del Ricordo: omaggio di Lecco alle vittime delle Foibe

In ricordo di questa pagina drammatica della storia italiana, questa mattina,  lunedì 10 febbraio 2025  alle ore 11 in Riva Martiri delle Foibe a Lecco, si è tenuta una commemorazione istituzionale organizzata da Provincia , Comune  e Prefettura di Lecco.

Dopo la deposizione  di una corona di fiori si è svolto un  momento  di raccoglimento al quale hanno partEcipato la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, il vicesindaco di Lecco Simona Piazza,  il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, il questore Stefania Marrazzo, il consigliere regionale Giacomo Zamperini ed il cappellano della polizia di Stato, nonché parroco di Malgrate don  Andrea Lotterio.

Presente Aldo Baborsky, 90 anni, veterano degli architetti lecchesi  che ha  ha ricordato con  lucidità devastante la sofferenza che ha vissuto e che ha visto intorno a sé. Una sofferenza che ha colpito non solo le famiglie, ma anche intere comunità, come quella di Fiume, che ha visto l'esodo di 35.000 cittadini. "Alla mia mamma avevano detto: 'Torni a casa, signora, che suo marito non lo vedrà più'" ha spiegato con un dolore che, anche dopo tanti anni, rimane inconfondibile.

Il ricordo di quei giorni è vivido e doloroso. La famiglia di Aldo si trovava in una casa che è stata quasi completamente distrutta durante quei terribili eventi. "La casa dove abitavamo si trovava poco dietro la sinagoga ebraica", ha proseguito  ricordando come la sua città fosse un luogo segnato dalla violenza. "Ho visto bruciare la sinagoga di Fiume con il lanciafiamme", ha aggiunto.  Un'immagine di distruzione che rimarrà impressa nella sua memoria per sempre. Alla fine, restarono solo le mura, testimoni silenziose di un atto di barbarie che ha segnato non solo la sua vita, ma anche quella di milioni di persone.

Dopo aver raccontato l'esperienza drammatica l'architetto si è fatto portavoce   di Jadran Savarin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazi assente per ragioni di salute.

 

Come sottolineato dalla Presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann, questa giornata rappresenta un momento di vicinanza e solidarietà verso i familiari delle vittime e le popolazioni italiane costrette a fuggire dalle terre che erano loro, abbandonando case, lavori, amici e affetti sotto la pressione delle bande armate jugoslave.

"La sofferenza di quei profughi, così come delle generazioni che li hanno seguiti, non deve essere dimenticata. Ogni anno, il 10 febbraio, ci ricordiamo di loro e dei loro discendenti, affinché la loro angoscia e la loro lotta non siano mai oscurate dalla polvere del tempo. Ricordare significa non dimenticare -  ha detto - . La memoria storica è un pilastro fondamentale per la costruzione di una società consapevole e responsabile. La cerimonia che si tiene in questa occasione diventa quindi un importante strumento educativo, soprattutto per le nuove generazioni, chiamate a comprendere l’importanza della pace, della tolleranza e del rispetto reciproco. Educare al ricordo è un atto che forma una coscienza collettiva e prepara le future generazioni a non ripetere gli errori del passato. Le istituzioni anno il dovere di sostenere iniziative che promuovano la conoscenza storica, la ricerca e l’approfondimento delle vicende che segnarono così profondamente il nostro territorio. Solo attraverso manifestazioni commemorative, attività educative e supporto alla ricerca storica possiamo diffondere la verità, preservando al contempo il ricordo di chi ha sofferto e lottato per la nostra libertà".

Quest’anno, l’anniversario del Giorno del Ricordo assume un significato speciale per la città di Lecco e per tutta Italia. Il 10 febbraio 2005, infatti, la ricorrenza venne commemorata per la prima volta a livello nazionale, grazie alla promulgazione del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. In quel momento, Ciampi dichiarò:

"Questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale, e devono essere ben radicati nella nostra memoria, spiegandoli alle nuove generazioni."

A distanza di 20 anni da quel giorno, il vicesindaco Simona Piazza ha sottolineato come quest'anniversario rappresenti un momento particolarmente significativo per riflettere non solo sul passato, ma anche sul presente e sul futuro. “Da allora sono trascorsi 60 anni, ed è giunto il momento che i ricordi ragionati prendano il posto dei rancori esasperati. La nostra città, come tanti altri luoghi della nazione, è stata testimone di queste tragedie, ma ha anche saputo accogliere e diventare una nuova casa per chi fuggiva dalla sofferenza delle terre di confine", ha dichiarato

Lecco, infatti, è sempre stata una città simbolo di accoglienza, che ha saputo trasformarsi in un porto sicuro per chi, in quegli anni drammatici, cercava rifugio. Un esempio di solidarietà che si tramanda nel tempo, come testimoniano le storie dei lecchesi che hanno vissuto quei momenti difficili.

Il messaggio che Piazza  ha voluto trasmettere alla cittadinanza è forte e chiaro: “Ricordare non significa idealizzare o consacrare il passato, ma guardare agli eventi con gli occhi della storia. E, questa volta, con gli occhi dell'umanità, impegnandoci affinché le tragedie del passato non si ripetano mai più."

 

“Non c'è mai un momento giusto per smettere di ricordare - ha concluso il prefetto Pomponio -  è fondamentale mantenere sempre una visione chiara e obiettiva. Abbiamo il compito di preservare nel nostro cuore la memoria e la consapevolezza di quegli eventi storici così significativi, perché continuano a farsi sentire ogni volta che leggiamo, studiamo e riflettiamo sull'espressione ‘martiri delle foibe'”.

 

 

La cerimonia di commemorazione a Lecco, come in molte altre città italiane, è stata una riflessione su come, nonostante il dolore e le divisioni del passato, il cammino verso una memoria condivisa e consapevole sia fondamentale per la costruzione di una società più unita e pacifica.

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Mario Stojanovic

 

 

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