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Tech4Students di OMET e CAMA: «Il futuro passa da orientamento e soft skills»

Le due aziende scommettono sulla formazione tecnica; all’Innovation Park di OMET è stato presentato un sondaggio e si è svolto un dibattito costruttivo

Tech4Students di OMET e CAMA: «Il futuro passa da orientamento e soft skills»
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Lo scorso giovedì è stata una giornata speciale per oltre 250 studenti delle scuole superiori e degli ITS del nostro territorio: si è svolta infatti la seconda edizione del «Tech4Students», organizzato dalle aziende OMET e CAMA in collaborazione con Confindustria Lecco e Sondrio. I giovani hanno potuto visitare l’azienda guidata dal CEO Antonio Bartesaghi, con l’obiettivo di conoscere il lavoro, le opportunità e le competenze ricercate dall’industria manifatturiera. Il pomeriggio è proseguito all’Innovation Park di OMET a Molteno con una «Tech Talk» dedicata al tema «Il lavoro del futuro: le competenze tecniche chiave per la crescita», in cui sono stati presentati i risultati di un sondaggio che ha coinvolto 250 studenti.

Tech4Students di OMET e CAMA

A moderare l’incontro è stato Luca Viscardi, giornalista e divulgatore tech, mentre ad aprirlo è stato Daniele Bellante, presidente di Cama Group: «L’incontro di oggi ha offerto l’opportunità di vedere all’interno un’azienda di nicchia. In poco più di un anno ho visto passare dalle nostre imprese circa mille studenti del territorio e non solo, alcuni sono ancora con noi, con altri abbiamo attivato progetti Erasmus, qualcuno è stato assunto. Di certo CAMA e OMET sono vetture di Formula 1 nel loro settore, perché prestano attenzione tanto al concetto di performance quando al suo mantenimento. Ricette segrete? Sono strategie, pratiche, know-how che abbiamo sviluppato in decenni. Sono le nostre competenze tecniche, le mura, e sopratutto l’uomo. I giovani rappresentano l’ingrediente vincente per confezionare e arrivare ad una ricetta performante che soltanto realtà competitive con tecnologie di nicchia riescono ad ottenere».

L’intervento delle istituzioni

Spazio poi Mauro Piazza, sottosegretario con delega all’autonomia e rapporti con il Consiglio Regionale: «Iniziative come questa ci aiutano ad avvicinare imprese e giovani. Spesso la formazione tecnica è considerata come scuola di Serie B, ma ora stiamo lentamente modificando questa percezione e i numeri ci stanno dando ragione: c’è un rinnovato interesse fra studenti e famiglie per questa formazione e per i suoi sbocchi, così come per la realizzazione dei talenti all’interno delle aziende. Regione Lombardia sta affinando alcuni strumenti come un’app utile per mettere assieme studenti e imprese, creando occasioni di visita nelle aziende su misura. In sostanza serve intervenire nell’orientamento, a partire dall’ambito famigliare e già nelle scuole medie». Alessandra Hoffmann, presidente della Provincia di Lecco, ha ricordato che «il nostro territorio è ricco, specialmente di capitale umano e sta alla politica dare risposte alle aziende e ai ragazzi, operando in sinergia. Come? Lavorando sull’orientamento, anche sui docenti e partendo dalla scuola secondaria di primo grado. Non bastano gli open day, è importante che i ragazzi entrino nelle aziende».

Gattinoni e la sua «scorciatoia»

Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, ha puntato l’attenzione sulle soft skills: «Sono ciò che farà la differenza, ovvero adattabilità, pensiero critico, creatività, capacità relazionali ed empatia, particolarmente apprezzate dalle aziende più dinamiche. Suggerisco una scorciatoia per impararle, ossia il mondo del volontariato, dove si fanno grandi cose con poche risorse e si impara ad assumersi un po’ di responsabilità, a sviluppare un pensiero critico laterale. Tutto ciò aumenta le possibilità di successo delle capacità tecniche, rappresentano il valore aggiunto che l’azienda è disposta a riconoscere».

Il sondaggio

La palla è poi tornata a Viscardi, per presentare i risultati del sondaggio «Come immagini il lavoro del futuro?», realizzato fra ottobre 2024 e gennaio 2025. È emerso che l’area lavorativa che più interessa è quella tecnologica, seguita da ingegneria e informatica. Sul fronte inquadramento si nota anche una certa voglia di dinamicità rispetto al passato, con il 20% che ha scelto «libero professionista» e il 23% «imprenditore», mentre si piazza al 25% «dipendente». Inoltre il 49,4% degli intervistati ha risposto di valutare altri aspetti, oltre allo stipendio.

Il rapporto fra territorio, scuola e imprese

La «Tech Talk» è proseguita con Raffaele Crippa, Direttore ITS Lombardia Meccatronica: «La nostra realtà permette di fare esperienza dove formazione e azienda lavorano insieme. Sono d’accordo con Piazza, la situazione sta cambiando, il sentiero è tracciato. E anche il mondo dell’industria si è modificato, ora ha a cuore le persone e ciò è un elemento rivoluzionario. Sono convinto inoltre che i genitori vadano aiutati nell’accompagnare il figlio in un’età critica, in cui si è chiamati a scelte importanti. E lo stesso vale per gli insegnanti, figure molto influenti in questo processo». Stefania Palma dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Confindustria Lecco e Sondrio ha aggiunto: «Da sempre siamo impegnati su attività e progetti di alternanza scuola/lavoro, PCTO, con i giovani delle medie e delle superiori. Entrando fisicamente nelle imprese ragazzi e genitori possono comprendere come sono cambiate e ciò è senza dubbio un fatto positivo».

Le conclusioni di CAMA…

«Cosa cercano le aziende oggi?». È partita da questa domanda Annalisa Bellante, HR e Vice Presidente di CAMA Group: «I costi per le aziende per il mancato ritrovamento per le risorse sono 44 miliardi all’anno, ovvero fondi sottratti alla competizione e all’innovazione. Ma sono ottimista: è in atto un cambiamento epocale, perciò noi imprenditori dobbiamo migliorarci. Le imprese devono essere in grado di modificare l’offerta, puntando su una maggiore progettualità nei confronti dei ragazzi. I giovani oggi ricercano condivisione dei valori, welfare, benessere e un ambiente stimolante che li faccia crescere».

… e quelle di OMET

A chiudere la giornata è stato il padrone di casa, Antonio Bartesaghi, CEO di OMET: «È facile lamentarsi, ma noi organizziamo questi eventi per cambiare la situazione, vogliamo essere proattivi nel creare sistema perché siamo stakeholder di un territorio. Il nostro obiettivo è permettere ai nuovi assunti di continuare il loro percorso di formazione e allo stesso tempo di iniziare a lavorare, per sviluppare i suoi sogni di crescita professionale. Mi è molto piaciuto l’intervento del sindaco Gattinoni sulle soft skills e sul volontariato, lo sposo in pieno, dato che in OMET quando cerchiamo giovani guardiamo sì al percorso scolastico, ma fino ad un certo punto, osservando anche hobby, interessi e tutto ciò che ci parla di carattere e dinamicità di una persona».

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