Festival Lecco Città dei Promessi Sposi, la seconda giornata entra nel vivo
Protagonisti del convegno Alessandro Manzoni, Antonio Rosmini e l’abate Stoppani
La seconda giornata del Festival “Lecco Città dei Promessi Sposi” si apre all’insegna delle relazioni fra tre grandi protagonisti dell’800 e delle reciproche influenze: personaggi complessi
ispirati dalla ricerca della verità e intellettualmente coinvolti nell’epica risorgimentale e all’idea di nazione.
Festival Lecco Città dei Promessi Sposi: al via la seconda giornata
Un viaggio dentro tre “universi” che si sono incontrati, riconosciuti e reciprocamente influenzati. Il convegno “Seguendo la luce di Rosmini. Manzoni e Stoppani: etica, fede scienza in due cattolici anticonformisti” che ha inaugurato la seconda giornata, quella di oggi, sabato 5 ottobre 2024, del Festival Lecco Città dei Promessi Sposi, ha analizzato le relazioni fra tre grandi protagonisti dell’800, Alessandro Manzoni, Antonio Rosmini e l’abate Stoppani.
Padre Eduino Menestrina, Direttore del Centro Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa ha sottolineato come vi siano delle identità nel “modus vivendi, cogitandi e operandi di Rosmini,
Manzoni e Stoppani, coinvolti nell’esperienza risorgimentale e con l’idea di nazione di cui si sono occupati tutti e tre con sfumature differenti: con l’idea Rosmini, dal punto di vista linguistico il
Manzoni e sotto l’aspetto geografico-naturalistico lo Stoppani”. Ha inoltre puntualizzato come uno degli elementi comuni da cui sorgeva quest’idea di Nazione e lo spirito di servizio alla comunità umana che caratterizza il sistema di pensiero di tutti e tra nasca da un comune sostrato cristiano.
Padre Ludovico Maria Gadaleta, direttore della Biblioteca del Centro Internazionale Studi Rosminiani di Stresa e archivista generale dell’Archivio Storico dell’Istituto della Carità, ha proseguito rappresentando la complessità della figura di Rosmini “influenzata dai suoi tempi, dalla sua educazione e anche dalle incomprensioni e dalla delusioni che la vita gli ha riservato” ed ha sottolineato come, proprio per questo, le sue opera vadano lette ed intrepretate nella loro evoluzione cronologica.
In un intenso ad appassionato intervento, Gadaleta ha indicato come la condanna da parte della Congregazione della dottrina della chiesa di alcune opere di Rosmini sia frutto - anche e forse
soprattutto - di pressioni politiche e di dissapori nati con i Gesuiti, che temevano la novità e la profondità del suo impianto filosofico e la sua crescente fama, su posizioni diverse dalle loro e potenzialmente in concorrenza. Lo studioso, analizzando la biografia del roveretano, ha accompagnato il pubblico ad un più profonda conoscenza della filosofia rosminiana che è legata
all’idea dell’essere, in antesi con il sensismo e l’innatismo, ed ha ricordato come Rosmini sia di fatto l’ultimo dei filosofi sistemici, cioè desiderosi di rappresentare e organizzare la propria
concezione del mondo in un sistema filosofico.
Biagio Giuseppe Muscherà, professore di Storia della Filosofia Moderna e Contemporanea presso lo Studio Teologico Interprovinciale «Laurentianum» di Milano, ha invece indagato la relazione tra Manzoni e Rosmini, ricordando come ancora prima che Tommaseo glielo presentasse, “il Manzoni possedeva un libro di Rosmini dedicato all’educazione che gli aveva regalato lo zio del roveretano e in cui lo stesso Manzoni aveva sentito “il sapore dei padri della chiesa”, lettura che gli era particolarmente cara”. Il rapporto tra i due era particolarmente stretto, al punto che il testo
“Nuovo saggio sull'origine delle idee“ conservato nella biblioteca braidense è proprio quello che fu di Alessandro Manzoni e si tratta di un testo postillato, in cui si rivelano le conoscenze filosofiche
di Manzoni”. Testimonianza del complesso rapporto tra i due è senza dubbio il “dialogo dell’invenzione” in cui si confrontano le diverse opinioni sul concetto delle idee innate.
Nunzia Bernardo, direttore di R.S.E. SpA ha offerto un’inedita interpretazione del rapporto tra Rosmini e Stoppani, incardinandolo proprio sul comune desiderio di ricerca della verità, e
sottolineando come in entrambi la scienza non sia in contraddizione con la fede, ma anzi possa alimentarla. “Rosmini e Stoppani erano convinti che entrambe cercassero la verità in senso
morale, reale e ideale”. Ha poi spiegato come la geologia sia all’origine della geoetica e di come questa si basi anche sulla riflessione di Stoppani, che sottolineava che la scienza della terra dilata il
concetto di tempo, permettendoci di conoscere le origini e superando il concetto di trasmissione del sapere tra le sole generazioni, ma anche immaginarci il futuro e avvertirne la responsabilità.
Il festival continua con altri appuntamenti
Il festival prosegue nel pomeriggio e domani, domenica 6 ottobre.
Nel pomeriggio, alle 17, sempre a Palazzo delle Paure appuntamento con “Tea time: il cenacolo delle donne”, dedicato alla presentazione del libro di Matilde Tortora, insignita nel 2000 al premio
della Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri. Ad aprire l’incontro sarà Simona Piazza; sono previsti gli interventi di Silvia Villa, Presidente Soroptimist Lecco, e Michelangela Barba,
esperta della Commissione Affari Costituzionali del Senato e del Parlamento Europeo Sede di Milano. Matilde Tortora sarà intervistata da Chiara Vitali e saranno letti alcuni brani dall’attrice
Giusy Vassena. Chiuderà l’evento serale una degustazione guidata di tè e pasticceria persiana, con il contributo di Soroptimist Lecco, in collaborazione con Cardamomo Persian Palace.
Domani, domenica 6 ottobre nella giornata conclusiva. avranno luogo due eventi canonici del festival: alle 8.30 la Camminata manzoniana e alle 11.30 “Quel ramo del lago di Como…”.
Quest’ultimo, ormai incontro di rito, si terrà al Santuario della Madonna di Lourdes, e consisterà in una lettura ad alta voce del capitolo I della Prima stesura e dell’Edizione 1840 de “I promessi
sposi” a cura di Luca Radaelli. Nel pomeriggio a Villa Gomes domenica 6 settembre dalle ore 19 si svolgerà l’evento “Atelier Ghislanzoni: voci, suoni e immagini da un cenacolo letterario di fine ‘800”. La serata inizierà nell’auditorium della villa, con una rievocazione della temperie letteraria milanese e post-unitaria da parte di Andrea Bienati (docente universitario) e il direttore del Si.M.U.L.; la discussione sarà allietata dalle pillole musicali di Davide Cesana al violino e Andrea Dellavedova al pianoforte.
Nella seconda parte della serata, gli ospiti saranno liberi di esplorare gli ambienti della villa, allietati dalle suggestioni gastronomiche dell’epoca. I partecipanti potranno recarsi sia nel Salone
delle Rappresentazioni per assistere ad alcune letture teatrali di Luca Radaelli e Giusy Vassena, che nella Sala della Musica, per godere dell’intervento musicale a cura dei musicisti precedentemente citati.
La videoinstallazione “Rèverie Op.2 n.1” di Chiara Vitali, collocata nella Loggia, completerà questa rievocazione esperienziale che consentirà di riscoprire in tutto il suo
fascino la villa che oggi ospita la Civica Scuola di Musica “A. Zelioli”.