Oggi il gran finale

Festival Treccani: sul palco di Lecco Marina Rei

Sul palco di piazza Garibaldi è andato in scena l’atteso dialogo tra la cantautrice Marina Rei, e Beatrice Cristalli sul tema del valore della parola nella sua esperienza musicale.

Festival Treccani: sul palco di Lecco Marina Rei
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Il Festival Treccani della lingua italiana inaugurato a Lecco venerdì,  è proseguito, nel pomeriggio di ieri,  sabato , con altri tre stimolanti incontri, volti a toccare aspetti diversi e complementari della parola “sessualità”.

Festival Treccani: Chiara Saraceno e Don Aristide Fumagalli - Sesso e genere

Ad inaugurare la sessione pomeridiana è stato il dibattito tra la sociologa Chiara Saraceno e il teologo Don Aristide Fumagalli, moderato dal giornalista di Rai Radio3 Piero Sorrentino. 

“Ci viene assegnato anatomicamente un sesso alla nascita: il fatto che si venga identificati come maschi o femmine immette in un percorso di immaginari, aspettative sociali, risorse e vincoli che strutturano l’identità e l’esistenza complessiva, segnale di quello che avverrà. Sperimentiamo dunque il nostro genere a partire dalla nostra appartenenza sessuale” ha esordito Chiara Saraceno, proseguendo: “Il genere non è affatto binario. Se pensiamo fuori dalla binarietà, forse possiamo essere più accoglienti del disagio che la binarietà può produrre a qualcuno”. 

Per Don Aristide Fumagallii occorre rifuggire da ogni tentativo di semplificazione: “Questo ingresso nella categoria di genere è un arricchimento. L’identità sessuale è quella che differenzia gli umani. La sfida odierna è assumerla, tenendo la distinzione ma senza creare lacerazione. L’identità non può essere standardizzata: la compongono l’identità di genere, cioè la percezione che uno ha del proprio essere sessuato, il ruolo di genere, cioè le aspettative che una società ha su un individuo, ma anche la biografia sessuale e le scelte libere. Bisogna riconoscere la singolarità”.

Ma come gestire questa complessità, dal momento che  livello politico ed educativo si continua a pensare in maniera standardizzata? Per Chiara Saraceno “anche se può far paura mettere in discussione il concetto che l’identità di genere sia sintesi tra appartenenza di sesso e ruolo di genere, occorre accettare che una persona potrebbe non riconoscersi nel sesso che le è stato assegnato. Occorre flessibilità: il che non significa che ai bambini non debba essere assegnato un sesso alla nascita, ma che ciascuno deve poter sentirsi libero di diventare ciò che si vuole, sulla base delle proprie capacità e disposizioni”. 

Da parte sua, Don Fumagalli sottolinea il problema della “ideologizzazione dell’identità di genere”: “Mella nostra società le ideologie riguardanti la sessualità sono due contrapposte: l’ideologia sex, per cui il sesso biologico anatomico è sufficiente per definire l’uomo o la donna; l’ideologia gender, secondo cui è possibile annullare ogni significato del corpo ritenendo che l’identificazione dell’identità può essere fatta sulla percezione che ciascuno ha di sé. Ma non siamo pura libertà: la nostra libertà è condizionata poiché possa esistere. Bisogna superare le ideologie e assumersi la fatica di elaborare un pensiero antropologico”.

Beatrice Cristalli – Lingua e genere 

Mettere al centro il genere, come una bussola, insieme alla parola identità è l’invito fatto da Beatrice Cristalli nell’incontro successivo. “Negli ultimi anni la parola genere ha creato molto scalpore, come se fosse un neologismo. – ha affermato - Sebbene il genere faccia da sempre parte di noi, è una parola che sempre abbiamo messo da parte. Oggi in particolare è una parola che ci dà fastidio, perché racconta di mutamenti sociali che era ora che venissero a galla”.

“Oggi confondiamo ancora sesso e genere. - ha proseguito - In italiano li abbiamo sovrapposti, perché non avevamo una specializzazione del termine. In inglese si è sviluppata una tripartizione, tre diversi termini che designano tre aree diverse: gender, genre (generi letterari, filmografici, cinematografici), genus (relegato all’aspetto biologico). In inglese è dunque più facile uscire da questa sovrapposizione, permettendo di disambiguare”. 

Parlando di identità, Beatrice Cristalli ha fatto notare come solo apparentemente rappresenti “qualcosa di stabile, permanente”: in realtà essa “è in continua evoluzione e questo ci fa paura, temiamo possa essere rivoluzionata. Il pasticcio dell’identità deriva dal fatto che è un misto tra essere e divenire. Questo passo ci aiuta a trovare un equilibrio tra una stabilità e il considerare che abbiamo a che fare con qualcosa di effimero”.

Ha quindi concluso: “Perché oggi abbiamo difficoltà a trovare la nostra identità? I ruoli di genere sono le aspettative sociali ai due generi più riconosciuti. Le relazioni di genere sono la modalità con cui i generi interagiscono. Le possibilità, in realtà, sono molte più di due, e ragionare su queste possibilità può farci scoprire cose interessanti”.

Valeria Della Valle – Le parole del sesso

Una accurata indagine di come le parole legate al “sesso” e i loro significati si siano evoluti attraverso il tempo è stata quindi al centro della relazione di Valeria Della Valle, linguista, che con Giuseppe Patota ha condiretto le ultime due edizioni del Nuovo Treccani (2018 e 2022), attraverso un excursus che, dal Dizionario degli Accademici della Crusca, si è spinto fino all’ultimo Treccani. “Le parole legate al sesso si sono modificate attraverso il tempo ed i secoli”, ha affermato, portando una serie di esempi a testimonianza.

Marina Rei – Parole e Musica

La sera, infine, sul palco di piazza Garibaldi è andato in scena l’atteso dialogo tra la cantautrice Marina Rei, e Beatrice Cristalli sul tema del valore della parola nella sua esperienza musicale. Un dialogo intenso, intermezzato dall’esecuzione di alcuni brani applauditissimi come Donna che parla in fretta, Noi, I miei complimenti, Come un angelo.

“Normalmente quando devo comporre una canzone parto dalle parole, poi viene la melodia” ha affermato, per poi continuare toccando il tema portante del Festival, la parola sessualità: “In Donna che parla in fretta, canzone che parte dalla selezione e traduzione dei versi tratti dal poema “Woman who speaks fast” di Anne Waldman, ai quali ho aggiunto due versi dedicati al tema dell’infibulazione, emergono le tante sfumature, anche contrastanti, dell’identità femminile. Esprime il rifiuto per gli stereotipi di genere e sessuali, che ci indirizzano verso determinate scelte. Anche la bellezza femminile è diventata uno stereotipo, perché nei social c’è la perenne e ossessiva ricerca della perfezione de corpo. Ho voluto scardinare questi stereotipi che hanno limitato le scelte delle donne anche a livello sociale. Occorre essere chi si è senza confini”.

E, a proposito di amore e dolore, ha sottolineato: “Il dolore è una parola che ci porta alla trasformazione. Le parole hanno il potere di trasformare e canalizzare emozioni ed esperienze. Amore e dolore fanno parte del nostro vissuto, attraversi cui costruiamo la nostra identità. L’amore ci rende più vulnerabile, ci fa confrontare con i nostri limiti. Il dolore è un’emozione devastante che però ti permette una evoluzione personale”. 

Festival Treccani: oggi il gran finale

E' previsto per oggi, domenica 29 settembre 2024, il gran finale dl Festival Treccani. In calendario alle 10 a Palazzo delle Paure l’incontro tra Rossella Ghigi, professoressa associata in Sociologia presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna, e Maria Francesca Mariano, Giudice Penale a Lecce dove ha svolto per molti anni le funzioni di giudice della Corte di Assise ed attualmente di Giudice per le Indagini Preliminari ma anche autrice di numerosi testi teatrali sui temi della giustizia e del sacro. La riflessione proposta, incentrata sul rapporto tra sessualità, donna e mafia, si intitola “Caduta e redenzione: donna, genere, mafia”. A seguire, alle 11, sempre Rossella Ghigi affronterà l’argomento de “L’educazione di genere”. “Il desiderio e l’altro” è il titolo dell’evento conclusivo in programma alle 12 con Silvano Petrosino, Professore Ordinario di Filosofia Teoretica presso l'Università Cattolica di Milano. Toccherà al Sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, chiudere la settima edizione del Festival Treccani della lingua italiana #leparolevalgono: il suo intervento è in programma alle 13.

 

 

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