Lecco, gli appartamenti di via Cairoli sono "palestre di autonomia"
Ieri sera durante la Commissione consiliare la visita ai tre spazi che accolgono persone con disabilità nell'ottica del programma "Dopo di noi"
Accompagnare all’autonomia, non semplicemente accudire, le persone con disabilità: a questo, e molto di più, servono i tre appartamenti dello stabile di via Cairoli 59, di proprietà della fondazione Ernico Scola, destinati a servizi abitativi sociali nell'ottica del programma "Dopo di noi", un percorso di emancipazione dalla famiglia d'origine per le persone con disabilità.
Lecco, gli appartamenti di via Cairoli sono "palestre di autonomia"
Proprio durante la Commissione consiliare di ieri sera, giovedì 26 settembre 2024, è stato possibile visitare i tre appartamenti e apprendere i progetti per i quali vengono utilizzati, accompagnati da Felicia Caravia, coordinatrice del Cse1 Artimedia di Lecco, gestito dalla cooperativa "La vecchia quercia", e Roberta Rigamonti, coordinatrice della Rete dei servizi per la disabilità dell'Ambito di Lecco. I tre appartamenti, situati rispettivamente al secondo, al terzo e al quarto piano, sono dotati di una cucina, un bagno, una sala e una o più camere da letto; nel dettaglio, l'appartamento al secondo piano ha due posti letto oltre a quello dell'educatore; quello al terzo piano ha due camere da letto per un totale di sette posti oltre a quello dell'operatore; quello al quarto piano ha due camere da letto per un totale di quattro posti oltre a quello dell'operatore.
Si tratta, come anticipato, di tre alloggi che accolgono gruppi di persone con disabilità, non solo di Lecco, ma anche dei Comuni vicini, permettendo loro di lavorare sull’autonomia: sono delle "palestre di autonomia" dove più volte durante l'anno si stabiliscono per alcuni giorni, compreso il pernottamento, gruppi di persone con disabilità insieme all'educatore, lavorando sul percorso verso l'autonomia. Qui, infatti, imparano a cucinare da soli, fare piccole commissioni, preparare la lista della spesa, eccetera. Gli arredi sono infatti realizzati appositamente con un’attenzione particolare alle persone con disabilità, anche nell’utilizzo dei colori, e si presentano belli, puliti, ordinati, una cosa che chi vive questi spazi, come spiegato dagli operatori, apprezza davvero. Appartamenti che si trovano in centro, nel cuore pulsante della città; si è anche sviluppato un buon rapporto con i vicini di casa, che si sono dimostrati accoglienti e predisposti all'incontro. Da gennaio ad agosto 2024 sono state 21 in tutto le persone che hanno sperimentato 75 giorni di pernottamento e 31 quelle che hanno sperimentato per 223 giorni solo le ore diurne, tra Cse1 e Cse2 Artimedia, Laorca Lab e altre realtà sociali del territorio.
Non solo persone con disabilità: c’è spazio anche per progetti che coinvolgano le scuole, grazie alla partecipazione al Bando autismo di Regione Lombardia, che vede protagonisti i ragazzi con autismo ma anche i loro compagni, in esperienze diurne per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado e di pernottamento per i ragazzi delle scuole superiori. Attualmente è in essere una convenzione fra una scuola superiore lecchese e fra tre istituti comprensivi del territorio.
"Questa iniziativa - spiega l’assessore al Welfare, Emanuele Manzoni - si ispira al concetto del progetto individuale: bisogna fare in modo che le reti dei servizi si adattino alle persone, e non viceversa. Il Sai è la cabina di regia che supporta il progetto individuale a scuola, nei centri educativi, nei centri diurni, eccetera. Questa iniziativa dimostra l’importanza della collaborazione tra la pubblica amministrazione, il privato e il sociale".
"La persona deve concorrere a costruire un pensiero su di sé e bisogna creare le condizioni affinché questo accada - le parole di Ruggero Plebani, direttore dei Servizi alla disabilità - per farlo non basta il coinvolgimento delle istituzioni: bisogna dare a queste persone la possibilità di sperimentare anche una vita sociale, quindi si chiama in causa il territorio. Si passa da una funzione di mera custodia a un progetto di sostegno e accompagnamento. Si lavora per obiettivi, aiutando queste persone a costruire il proprio progetto individuale". Plebani ha sottolineato anche l’importanza di una dialettica funzionale tra ambito sanitario e sociale.
È stato infine illustrato il progetto "Artimedia Senior": come hanno spiegato Rigamonti e Caravia, gli operatori si sono resi conto che le esigenze dei nuovi iscritti al progetto erano diverse da quelle delle persone iscritte da più tempo, o semplicemente più anziane, che hanno bisogno di ritmi più lenti e di un'attenzione in più. Così è stato pensato il progetto "Artimedia Senior", che prevede la presenza di un operatore socio sanitario tutti i giorni dalle 9 alle 15.30 e di un educatore dalle 10 alle 14.30 circa, in modo da garantire un tipo di attività non solo assistenziale, ma allo stesso tempo alleggerire i genitori, ormai anziani, dal carico della cura e dell'igiene personale dei figli. Insomma, un progetto ad hoc per le persone più anziane o da più tempo inserite nel progetto, che naturalmente hanno esigenze diverse rispetto ai nuovi arrivati.
Di seguito alcune foto degli appartamenti: