Le analisi

Lario malato: 5 punti fortemente inquinati nel ramo lecchese

Per il versante lecchese ben oltre i limiti consentiti dalla legge sono le foci del torrente Inganna a Colico, a Esino e a Perledo, la foce del torrente Meria a Mandello del Lario, del torrente Caldone e in ultimo, la foce del torrente Gallavesa.

Lario malato: 5 punti fortemente inquinati nel ramo lecchese
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Lario malato: 5 punti fortemente inquinati nel ramo lecchese. Parola di Legambiente che questa mattina, lunedì 8 luglio 2024ha presentato a Bellano dati sulla qualità delle acque di Goletta dei Laghi, la campagna del sodalizio  che monitora lo stato di salute dei bacini lacustri italiani realizzata con la partnership principale di CONOU, Novamont e la media partnership de La Nuova Ecologia.

Lario malato: 5 punti fortemente inquinati nel ramo lecchese

Non sono  buone  le notizie per il lago di Como: il 14 e il 17 giugno, i volontari e le volontarie di Legambiente hanno campionato 11 punti sulle sponde del Lario , quattro nel Comasco e sette nel lecchese. I risultati delle analisi microbiologiche mostrano che sette di questi punti hanno concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali ben al di sopra dei limiti di legge. A essere risultati fortemente inquinati sulla sponda comasca sono le foci del torrente Cosia, nei pressi del Tempio Voltiano e il torrente Albano a Dongo. Per il versante lecchese ben oltre i limiti consentiti dalla legge sono le foci del torrente Inganna a Colico, a Esino e a Perledo, la foce del torrente Meria a Mandello del Lario, del torrente Caldone e in ultimo, la foce del torrente Gallavesa. Le quattro foci risultate nei limiti sono invece, le foci del torrente Telo ad Argegno e quella del torrente Breggia a Cernobbio, entrambe in provincia di Como, mentre le foci del torrente Valle dei Mulini a Bellano e la foce del rio Varrone a Dervio sulla sponda lecchese.

Qui i dati 2023 

«La Goletta è giunta alla 19° edizione e rappresenta una campagna storica di Legambiente. I peggioramenti registrati soprattutto per quanto riguarda la città di Como sono probabilmente dovuti alle precipitazioni degli scorsi mesi - ha sottolineato  Emilio Bianco, portavoce di Goletta dei Laghi di Legambiente - Continueremo a insistere con i monitoraggi, perché sul bacino lacustre persistono alcune criticità che riscontriamo da anni e che, al di là dell’eccezionale momento metereologico che continua a interessare il Nord Italia, richiedono particolare attenzione».

«Purtroppo, dobbiamo constatare che poco è cambiato rispetto alle criticità evidenziate negli anni precedenti dalle analisi di Goletta dei Laghi - hanno dichiarato i rappresentanti dei  i Circoli Legambiente di Bellano e Lecco e di Como. Una fotografia che, a fasi alterne, si ripresenta puntuale soprattutto nei punti dove, ancora oggi non sono state messe in atto azioni per potenziare le reti fognarie, i collettori o il recapito finale ai depuratori. Periodi di forte siccità o, al contrario, di piogge intense pongono un interrogativo ancora più stringente rispetto agli investimenti che ancora mancano e a quelli fatti finora. Emblematiche continuano a essere le situazioni della città di Como con il torrente Cosia, ricettacolo di scarichi non controllati, del torrente Caldone a Lecco che riceve, evidentemente, reflui non collettati. Chiediamo di accelerare i controlli e i conseguenti interventi sulle fognature, per evitare di alimentare l’inquinamento del lago già messo sotto pressione da navigazione, cementificazione e pressione turistica».

Per la riviera comasca è intervenuto Enzo Tiso, presidente circolo Legambiente Como: «Il torrente Cosia versa nel lago acqua non completamente depurata e per le fognature non sono ancora iniziative le attività di ammodernamento, è altresì iniziata una mappatura delle fognature comunali, ma non è abbastanza. Bisogna specificare che i dati di Goletta Laghi rappresentano una giornata nel corso di tutto l’anno e che quindi sono dati estemporanei. Da specificare che Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) agisce e monitora zone che sono simili a quelle controllate da noi ma hanno delle stazioni di monitoraggio fisse e i loro parametri di accettabilità prevalgono da un punto di vista scientifico e non legislativo».

«Da anni ci siamo spostati a individuare i punti critici che sono le foci di fiumi e torrente – ha spiegato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Tutti i corsi d’acqua devono essere in buono stato, a maggior ragione le acque del lago. Inoltre, sottolineo che Goletta non fa analisi sulle spiagge (svolte dalle Ats), ma nei punti critici dove si rilevano zone compromesse da arrivano da qualche parte. Bisogna indagare e completare il quadro delle infrastrutture di depurazione».

Tiso ha aggiunto: «La scarsa depurazione porta alla cattiva balneazione ma non solo, nella stagione estiva accade anche la fioritura algale. In alcuni casi analizzati si potrebbe rilevare la presenza di alghe tossiche e queste produrrebbero tossine pericolose. Bisogna mettere in allarme l’autorità sanitaria per un maggiore aumento dei controlli».

Marco Bonait

Per l’occasione erano presenti anche Marco Bonaiti (presidente Ato Ufficio di Lecco) che ha sottolineato : «Insieme a Larioreti abbiamo svolto tanti interventi, come per esempio il piano di razionalizzazione dei depuratori nella provincia di Lecco. In progetto c’è un nuovo depuratore per la città di Lecco e zone limitrofe (per un costo di 100 milioni di euro) che andrà ad eliminare gli altri piccoli depuratori (per esempio Mandello) e ci saranno nuove tecnologie e benefici dal punto di vista ambientale»

E ha  aggiunto. «La prima fase sarà la realizzazione di un nuovo depuratore ma al tempo stesso mantenere quello già esistente, per separare gli scarichi e avere una depurazione ottimale. Gli interventi si realizzano con i contributi dei cittadini anche se una parte dell’entrata arriva con i fondi del PNRR. Ad ogni modo, le spiagge della riviera sono tutte balneabili e questo lo considero un aspetto migliorativo tenendo conto del cambiamento climatico, rimane la criticità delle foci di alcuni fiumi. Il prossimo progetto è quello della video ispezione delle fognature bianche e i Comuni potranno aderire co-finanziando l’iniziativa con il 50% della spesa. Ne trarranno beneficio solo quelli che ne faranno richiesta, non tutti i Comuni della Provincia, per questo motivo è fondamentale la sensibilità delle amministrazioni».

«Il cambiamento climatico è la causa scatenante di tutto – ha commenta Vincenzo Lombardo, direttore generale di Lario Reti – nell’arco di due anni su una decina di Comuni verranno fatti i controlli sugli allacciamenti delle fognature e il primo sarà Colico»

A chiudere la presentazione è stato  Romualdo Grande, direttore del laboratorio di prevenzione Ats Insubria: «Sono d’accordo che i problemi registrati sono dovuti alle eccessive precipitazioni e problemi atmosferici. Tengo solo a precisare che dal punto di vista istituzionale i prelievi sono calendarizzati, non possono tenere conto delle condizioni atmosferiche».

Romualdo Grande

«E’ sempre apprezzato lo scambio di informazioni e ricordare il lavoro costoso e complesso che viene svolto. L’esito deriva da più parti: gli enti gestori, i cittadini e le associazioni che sollecitano la comunicazione di temi fondamentali come questo».

Imma Tagliaferri

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