ieri sera

"Civate, un borgo cresciuto all’ombra del monastero": in tanti alla presentazione del volume a Villa Canali

Realizzato dagli storici Carlo e Cinzia Castagna, illustra la storia del paese dall’antichità fino ai giorni nostri

"Civate, un borgo cresciuto all’ombra del monastero":  in tanti alla presentazione del volume a Villa Canali
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"Civate. Un borgo cresciuto all’ombra del monastero": presentato nella serata di ieri, martedì 26 marzo 2024, a Villa Canali, di fronte ad una sala gremita di cittadini, il volume - circa 500 pagine e oltre 600 immagini - scritto dagli storici civatesi Carlo e Cinzia Castagna, che racconta la storia di Civate dagli albori, dal lontano 6000 a.C., fino ad oggi; una storia che, come ha sottolineato il sindaco Angelo Isella, si inserisce nella "grande storia" e che mette al centro la vita dei civatesi, al di là dei beni storici e culturali.

"Civate, un borgo cresciuto all’ombra del monastero": in tanti alla presentazione del volume a Villa Canali

Il primo cittadino ha ringraziato la Fondazione comunitaria del Lecchese (di cui era presente Paolo Dell’Oro), e Natale Castagna, presidente del Fondo della Comunità, che ha finanziato la stampa dei prestigiosi volumi.

Il sindaco Angelo Isella

"Mi ero preso l’impegno con Rino che voleva a tutti i costi che facessi un lavoro che riguardasse l’Amministrazione di Civate, come elemento che rimandasse alla comunità", ha spiegato Carlo Castagna, che ha poi illustrato i primi passaggi del volume, fino alla storia moderna, di cui invece si è occupata Cinzia: dai primi insediamenti sul Cornizzolo risalenti al 6000 a.C., passando dalla popolazione dei Liguri, che hanno lasciato i segni della loro civiltà e religione, dei Celti e dei Romani: furono loro a istituire il luogo di culto della Santa, che era dedicato alla "Santa mater agraria" (Cerere); così è nata Valmadrera (in origine "valle mater agraria"). Civate era invece un bosco (infatti, come ha sottolineato lo storico, resta ancora via Selva Diana). Le sorgenti erano dedicate alle divinità e, sotto il monastero di San Pietro, ci sono ancora le rovine dell’altare dedicato alle dee delle acque. Sono stati i Bizantini a portare il cristianesimo e i Longobardi, una volta convertitisi, insediarono sull’antico confine romano dei monasteri, tra cui proprio quello di San Pietro.

Approdando alla storia moderna, si ricorda il dominio austriaco del 1700, le filande, il dominio francese, e alcuni personaggi storici, come il primo medico di Civate, il dottor Giovanni Doniselli. "Il Comune voleva istituire un ospedale, ma i civatesi risposero che si curavano a casa loro", ha raccontato Cinzia. E dalla platea qualcuno ha sottolineato che anche all’epoca i civatesi erano dei "crapuni". Si arriva poi al bombardamento degli alleati sui depositi di benzina a Scarenna, alla base partigiana a Baroncello Alto, e infine alla super strada e al tunnel del Barro. Alla fine ci sono tre capitoli dedicati rispettivamente ad un invito ai giovani a continuare questa ricerca, approfondendo, ad esempio, la storia delle associazioni; ad una sorta di dizionario di dialetto (per cui si ringrazia Domenico Castelnuovo) con i soprannomi delle famiglie di Civate, legate alle frazioni, e a 16 percorsi artistici, storici, urbanistici, scientifici e di fede percorribili in paese: "Penso che il turismo sia essenziale per poter far rinascere Civate anche da un punto di vista commerciale", ha sottolineato infatti Carlo Castagna.

Carlo e Cinzia Castagna
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