Galbiate

Il cibo di tutti. Tre documentari e un’esposizione al Meab di Camporeso

Una mostra a cura di Rosalba Negri e Massimo Pirovano

Il cibo di tutti. Tre documentari e un’esposizione al Meab di Camporeso
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Il momento non è semplice ma il Museo Etnografico dell’Alta Brianza del Parco Monte Barro, con le necessarie misure di sicurezza, non vuole rinunciare a proporre qualche occasione per uscire di casa. Il visitatore della mostra e del museo può scoprire un luogo suggestivo, conoscere storie, esperienze, aspirazioni diverse, ma anche simili, alle proprie nelle vite dei protagonisti delle mostre, dei documentari, delle pubblicazioni del MEAB.

Il cibo di tutti. Tre documentari e un’esposizione al Meab di Camporeso

Il pane è l’alimento per eccellenza, presente in quasi tutte le culture umane, o almeno in quelle dedite all’agricoltura. La sua importanza dipende anche dal valore simbolico che assume, se si pensa ai suoi componenti, al suo processo produttivo, alle sue forme. La mostra prende avvio da un invito che il MEAB ha ricevuto nel 2019 dalla Fondazione Sassi di Matera, insieme ad altri quattro musei italiani, in occasione degli eventi promossi per l’anno in cui la città lucana è stata scelta come Capitale della Cultura europea. Grazie all’evento materano sono stati realizzati da Giosuè Bolis con la regia di Massimo Pirovano, tre documentari girati in Lombardia, che presentano le culture del pane da diversi punti di vista. La mostra “Il cibo di tutti”, sulla scorta delle ricerche di Negri e Pirovano, presenta questi film, oltre a strumenti di lavoro e oggetti dalle collezioni del MEAB, fotografie e documenti messi a disposizione del museo da alcuni panifici della Brianza e del Lecchese.

Nel documentario Pani di famiglia si parla delle famiglie Cattaneo, Ronchetti e Riva, nelle cui storie emergono evidenti somiglianze nella passione per il lavoro e nell’organizzazione molto impegnativa dell’attività, accanto a notevoli differenze legate all’età dei protagonisti e alla loro formazione, comunque basata sull’apprendistato pratico. Nel lavoro del panificatore è presente una dialettica tra le abilità manuali e sensoriali richieste dall’arte bianca e l’impatto di strumentazioni tecniche via via più complesse ed efficaci. Inoltre, si notano i condizionamenti del mercato con l’evoluzione del gusto della clientela. Nel film Pani al museo protagonisti sono i musei e il lavoro etnografico a partire dalla storia sociale. La ricerca che sta alla base dell’allestimento può riguardare un territorio circoscritto nei suoi vari aspetti culturali, come nel caso del Museo Vallivo “Mario Testorelli” di Valfurva. Invece nel Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura, affiancato dal Museo del Pane, a Sant’Angelo Lodigiano, alcune attività umane sono illustrate secondo una dimensione globale, dal punto di vista storico e geografico, sulla base di ampie indagini e di studi tecnici raffinati. Pani migranti, il terzo documentario, dimostra che fare ricerca sui pani in Lombardia significa, oggi, incontrare anche donne e uomini arrivati in Italia da altri Paesi. Essi ci parlano di pani quotidiani e di pani festivi, fatti in casa o nei forni professionali, che hanno come base un impasto di farina di grano e acqua, a cui si aggiungono altri ingredienti, determinando notevoli differenze di gusto. Pani che, forse, col tempo, entreranno a fare parte delle abitudini alimentari italiane, come è successo e succede per molti altri cibi che hanno seguito e seguono gli spostamenti delle persone con le loro tradizioni e le loro usanze. I tre documentari fanno parte del progetto “Papaveri e pane. Storia ed evoluzione di un alimento unico”, a cura di Antonio Bossi e Massimo Pirovano, che ha prodotto una pubblicazione realizzata dal Parco Monte Barro con il contributo di Regione Lombardia, disponibile presso il MEAB, nella sede del Parco di Villa Bertarelli e al Mab, Museo Archeologico del Barro, secondo museo dell’Ente Parco: il lavoro dei due curatori parla di alimentazione e sviluppo sostenibile, oltre che di etnografie del pane in Lombardia.

 

La mostra ha il patrocinio della Provincia di Lecco.
La realizzazione dei documentari si è giovata del sostegno di Regione Lombardia e della collaborazione di Archivio di Etnografia e Storia Sociale, La Casa sul Pozzo, Comunità Il Gabbiano Calolziocorte, Confcommercio Lecco, Confesercenti Lecco, Distretto culturale del Barro, Fondazione Sassi Matera, Legambiente Lecco, MULSA - Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura, Associazione Museo Vallivo “Mario Testorelli”, SIMBDEA, SPI CGIL.

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