C'eravamo tanto amati: è addio tra Appello e Pd. Valsecchi "balla da solo" alle elezioni Lecco 2020
Valsecchi: "Nel 2015, quando sulla scorta dello scandalo di Metastasi gli amici di Appello ci chiedevano di lasciare la coalizione, io e Zanini governammo i maldipancia, corretti e leali con il progetto. Il problema di fondo, oggi, non sono le persone, ma il progetto che sta dietro. E i patti. Quando stringi una mano per noi ha ancora un valore."

E' ufficiale: Appello e Pd, storici alleati e e attualmente insieme nella maggioranza che sostiene la giunta Brivio, hanno deciso di "divorziare". Se sia una separazione consensuale quella tra i dem e Appello per Lecco è tutto da stabilire. Quel che è certo è che questa sera il gruppo civico, dopo vari allontanamenti e riavvicinamenti, ha chiuso la vicenda con un addio e lanciando ufficialmente l'attuale assessore ai lavori pubblici del Comune di Lecco, Corrado Valsecchi, nella corsa per conquistare la poltrona più prestigiosa di Palazzo Bovara.
C'eravamo tanto amati: è addio tra Appello e Pd. Valsecchi "balla da solo" alle elezioni Lecco 2020
La parola fine nel rapporto tra Appello e Pd è arrivata nella serata di oggi, mercoledì 12 febbraio 2020, con una stringata nota attraverso la quale il gruppo ha reso noto che "Il direttivo di Appello per Lecco riunito in data 12 febbraio 2020 ha deciso all'unanimità di partecipare alla prossima competizione elettorale con un suo programma e con un proprio candidato sindaco: Corrado Valsecchi".
"Aperti a chi è interessati a un progetto civico"
Poi un invito: "Appello per Lecco rimane aperto al contributo di altre eventuali formazioni politiche, associazioni e movimenti interessati al progetto civico per la città ". Una apertura che non verrà raccolta da Sinistra Cambia Lecco e da Ambientalmente Lecco, che insieme ai dem, fanno parte della coalizione che sostiene Mauro Gattinoni, anche con l'appoggio di Italia Viva.
Appello e Pd: dalla maretta al marasma
La rottura definitiva non è comunque una sorpresa per i più. "Piuttosto che il sottoscritto, avrebbero candidato Topo Gigio". Con queste parole Valsecchi, nei giorni scorsi, aveva chiuso l'intervista rilasciata al Giornale di Lecco. Ed era stato proprio il Giornale di Lecco, due anni orsono, a firma di Franca Gerosa, a pubblicare la notizia dell’autocandidatura a sindaco dell’assessore ai Lavori pubblici. L’iniziativa del leader di Appello per Lecco suonò all’epoca prematura, un filo pretenziosa e fors’anche presuntuosa. Non a caso il candidato del Centrosinistra oggi non è lui, ma Mauro Gattinoni. Nel contempo la decennale alleanza tra Pd e la civica Appello per Lecco è pure terminata. Dalla maretta al marasma. Col risultato che mancano quattro mesi alle elezioni, ma invece di confrontare programmi, stiamo ancora perscrutando le candidature. Le due che hanno spaccato il centrosinistra e quella che tuttora il centrodestra fatica a trovare. 2Ho sempre detto che un sindaco lo devi avere, non lo devi cercare" sentenzia Valsecchi. E come dargli torto?
Lei è stato il primo a scendere in campo. Ha “ipotecato” la successione a Virginio Brivio e non ha più accettato di farsi da parte.
Il titolo di quell’intervista al Giornale di Lecco era Corrado Valsecchi dice di no a Gori per fare il sindaco di Lecco. Ebbene, non lo faccio per ambizione, ma per un amore smisurato per questa città. Nel 2015 non ho voluto candidarmi, pur avendone la possibilità. Non l’ho fatto a garanzia del progetto condiviso con il Pd e perché volevo fare una esperienza diretta, toccare con mano le difficoltà di essere amministratore pubblico. Ma anche i sassi sapevano che se Corrado Valsecchi entrava direttamente nell’agone politico lo faceva perché investiva sul suo ruolo futuro
Ritiene di essere il solo a poter fare bene il sindaco di Lecco?
Lecco ha 48mila abitanti, chiunque abbia compiuto la maggior età può candidarsi. Ma vedete bene anche voi giornalisti la difficoltà di individuare candidati possibili. Perché voglio fare il sindaco? Vorrei essere io a concludere tutta una serie di operazioni che ho messo in campo. Per il 2021 è già previsto il rifacimento della stazione, c’è il tribunale che sta andando a compimento, il teatro della società...
Questi risultati non potrebbe coglierli anche da assessore, magari vice sindaco, a fianco di Gattinoni?
Sarebbe stato possibile dentro un progetto condiviso che non è certo quello messo in pista dalla segreteria del Pd.
Non l’ha messa fuorigioco l’aver ribadito che era arrivato il suo turno troppo presto, ben due anni prima della scadenza del secondo mandato di Virginio Brivio?
Era nell’accordo originario, pattuito nel 2010: dieci anni governa il Pd e dieci anni la componente civica costituita da Appello per Lecco. Invece, sull’onda della discontinuità decretata dal segretario Alfredo Marelli, hanno preso la palla e l’hanno portata via. Questa la scelta, a nostro giudizio scellerata, del Partito democratico.
Appello e Pd: vi sentite traditi?
Nel 2015, quando sulla scorta dello scandalo di Metastasi gli amici di Appello ci chiedevano di lasciare la coalizione, io e Zanini governammo i maldipancia, corretti e leali con il progetto. Il problema di fondo, oggi, non sono le persone, ma il progetto che sta dietro. E i patti. Quando stringi una mano per noi ha ancora un valore.
La segreteria del Pd dava per scontata la vostra alleanza, che infatti si è rotta
Di fatto archiviando un sodalizio collaudato. Oggi c’è Beppe Sala che lancia Alleanza civica. Ricordo a tutti che è un’esperienza nata nel 2010 con noi a Lecco. Quando il Pd perdeva dappertutto, qui si vinse grazie al doppio polmone, civico e di partito, però con una componente civica vera. Vennero da noi Pisapia, Gianni Confalonieri e Franco d’Alfonso a chiedere come avevamo fatto. E’ da noi che è partito il movimento degli arancioni per Milano. Lecco è stato il laboratorio del civismo.
Il Pd ha candidato un civico, Mauro Gattinoni.
Che ha purtroppo lasciato nelle mani della segreteria del Pd la sua rappresentanza. Avrebbe invece dovuto venire subito da noi e dire “mi hanno fatto questa proposta, cosa ne pensate?”.
Dunque Gattinoni poteva essere il vostro candidato, al posto di Valsecchi, se avesse rinunciato a mettersi sotto l’egida del Pd?
Con Gattinoni non ho mai voluto polemizzare. Sabato scorso lo abbiamo invitato alla convention che a Lecco ha lanciato Alleanza civica. L’ho fatto sedere in prima fila. Volevamo fargli conoscere la casa di un vero civismo allargato. Non siamo isolati e non siamo nati ieri. Siamo il civismo che ha consentito alla sinistra di vincere a Milano e a Bergamo. Ho fatto il “discorso del pertugio”, che è poi la stessa proposta che ha lanciato oggi il sindaco di Milano: Alleanza civica come contenitore in cui possono stare dentro tutti. Ma bisogna fare un passo avanti. Se Gattinoni avesse accettato, noi saremmo stati disponibili a fare un passo indietro, rinunciando ad Appello per Lecco e alla mia candidatura. Perché con questo progetto il centrosinistra è vincente. Diversamente perde, come è accaduto a Pavia e a Sondrio.
Il vento a favore del centrodestra a trazione leghista è però più forte che cinque anni fa. Nel 2018 Gori ha perso contro Fontana staccato di venti punti.
I progetti possono vincere e possono perdere. Ma bisogna tentare insieme.
Della discontinuità Marelli ha fatto la cifra della sua strategia elettorale. E ha allargato a sinistra.
Anghileri sta con il Pd perché Marelli gli ha garantito discontinuità. Ma se quest’ultima non si realizzerà su temi quali teleriscaldamento e scuole paritarie cosa accadrà?
Si tiene le mani libere per giocare su entrambi i fronti alla bisogna?
Io non sto cercando un posto di lavoro. E con la Lega a trazione Salvini è certo che non staremo mai.
E se il centrodestra impalmasse un candidato civico, tipo Dionigi Gianola?
Qualunque candidano dovrà avere l’imprimatur di Salvini. Quindi no. Non ci sono le condizioni.
Nemmeno se si andrà al ballottaggio?
«Impossibile. Appello non può unirsi a chi ha componenti valoriali così lontane da noi. Io sono il fondatore di Les Cultures. Il mio nome non è nuovo, c’è sempre stato nel novero dei papabili sindaci. Ho detto no nel 1996, quando mi interpellarono per l’Ulivo di Prodi, e poi ancora nel 2010. E’ adesso che è arrivato il mio momento. E’ umanamente comprensibile che dopo aver lavorato cinque anni voglia vedere il frutto del mio lavoro».
I vostri avversari politici vi accusano di aver concluso poco nulla. Anche Marelli in verità, quando ha coniato il termine di “annuncite cronica” per gli assessori della Giunta Brivio.
Non accetto questa accusa. Perché io dentro la Giunta sono stato sempre operativo e ci ho messo la faccia. Non stiamo amministrando casa nostra, ma quella di tutti. Si fa un gran parlare di trasparenza. Ritengo giusto e corretto rendere conto ai contribuenti delle opere pubbliche intraprese e degli orientamenti assunti al riguardo dall’Amministrazione che rappresento. Il teatro della società ha accusato ritardi, ma ciò di cui io vado fiero è di averlo chiuso a tutela della salute di chi, entrandoci, respirava amianto e rischiava di ammalarsi di mesotelioma.
Da sindaco sarebbe più cauto negli annunci?
Fare il sindaco è una vita di sacrifici. Io ci ho messo due anni a capire le dinamiche di bilancio del Comune, completamente diverse da quelle di un ente privato. Il candidato sindaco deve avere autorevolezza, capacità di leadership, competenza, ma soprattutto cognizione di causa. Ovvero sapere qual è il ruolo che va a svolgere.
Gattinoni corrisponde a questo profilo secondo lei?
Ha fatto il direttore di Api Lecco, ma non ha alcuna esperienza della pubblica amministrazione. Se diventerà sindaco gli occorrerà del tempo per maturare le necessarie competenze. Intanto dovrà approfittare del lavoro che gli sarà consegnato dagli attuali assessori, tanto vituperati dalla segreteria del Pd. Marelli è stato assolutamente ingeneroso e irriguardoso nei nostri confronti.
Il Centrodestra non trova chi sia disponibile ad assumersi il fardello di governare Lecco.
Quello che la comunità di Lecco non può accettare è una nomina calata sul territorio dalle gerarchie romane di un partito. Al di là delle contrapposizioni, i nomi di Gattinoni e Valsecchi espressi dal Centrosinistra sono entrambi frutto di percorsi e scelte locali, lecchesi. Quello che accade nel Centrodestra lascia sbigottiti. Non capisco perché la Lega non esprima un nome suo. Non mi pare che le manchino persone competenti. Cinzia Bettega ha un’esperienza sul campo e conosce la macchina amministrativa.
Come sono i suoi rapporti con il sindaco Brivio in questo periodo?
Starò sul pezzo fino all’ultimo giorno. Appello per Lecco ha sempre votato a favore delle delibere di Giunta in questi dieci anni. Il Pd invece si sta alleando con soggetti che hanno votato contro nel 95 percento dei casi. Una situazione kafkiana. Se Appello scende in campo, lo fa anzitutto contro la partitocrazia.
Ovvero?
Tutto quello che il Pd sta facendo serve a mantenere il potere nelle mani del partito. Hanno militarizzato le società partecipate. Nelle quali Appello ha zero esponenti. Evidente che io non gli vado bene. Perché quando devo scegliere opto per Michele Tavola e Lorenzo Goretti, persone che hanno il curriculum per poter amministrare. Non guardo alla tessera di partito che hanno in tasca, né ad accontentare qualcuno.