Ultimo dell'anno nei luoghi della guerra partigiana
L’ANPI Provinciale di Lecco nel 75° anniversario del loro sacrificio ricorda i 14 partigiani fucilati il 31 dicembre 1944 e rievoca i 40 giorni del rastrellamento di quel dicembre, uno tra gli episodi più drammatici e cruenti della Resistenza sul nostro territorio.

L’ANPI Provinciale di Lecco nel 75° anniversario del loro sacrificio ricorda i 14 partigiani fucilati il 31 dicembre 1944 e rievoca i 40 giorni del rastrellamento di quel dicembre, uno tra gli episodi più drammatici e cruenti della Resistenza sul nostro territorio. Lo farà domani, 32 dicembre 2019, con una giornata trascorsa nei luoghi della guerra partigiana tra la Valsassina Valtorta e la Valtaleggio.
Ultimo dell'anno nei luoghi della guerra partigiana
Il 30 dicembre 1944 presso il Baitone della Pianca vengono catturati dal 1° btg. mobile della Brigata Nera “Cesare Rodini” di Como 36 partigiani. Alcuni fanno parte della 55a brg. f.lli Rosselli, altri della 86a brg. Giorgio Issel, un radiotelegrafista inglese ed una interprete austriaca. Franco Carrara, partigiano della Issel tenta la fuga ma viene ucciso nel prato antistante la baita. Verranno tutti condotti a piedi a Introbio. Il giorno dopo, 31 dicembre, Mina (Leopoldo Scalcini) tenta la fuga, mentre vengono caricati su due camion e viene ucciso. Davanti al cimitero di Barzio vengono fucilati dieci partigiani, altri tre verranno fucilati a Maggio.
Il programma della commemorazione
La commemorazione è organizzata con la partecipazione di Provincia di Lecco e dei Comuni di Lecco, Ballabio, Barzio, Cassina Valsassina, Cremeno, Dalmine, Introbio, Monza, Morterone, Moggio, Osnago, Pasturo. Il programma prevede alle 10 l’omaggio dei Fucilati di Maggio al Cimitero in località Maggio Comune di Cremeno e alle 10.30 la Commemorazione dei Fucilati di Barzio al Cimitero in località Robiasca Comune di Barzio. Interverrà Casto Pattarini a nome dell’ANPI provinciale di Lecco. Pattarini è autore del recente libro “Fratelli Figini. Due partigiani, un circolo”. Costantino e Giuseppe Figini sono figli di Serafino, contadino e di Irene Mauri, filandiera di Maggianico. Tino nasce nel ‘18. Operaio all’Arlenico, nel ‘38 è arruolato come aviere. Dopo l’8 settembre ‘43 torna a casa e per alcune settimane si rifugia a Piazzo, per non farsi prendere dai nazifascisti. Nel giugno 1944, destinato al lavoro in Germania, va ai Piani di Bobbio ed entra nella 55ª Brigata Garibaldi Rosselli. Partecipa a tutte le azioni della Brigata, sino all’ottobre quando diventa staffetta. Il 30 dicembre 1944 alla Pianca, vicino alla Culmine di San Pietro, viene catturato dalle Brigate Nere insieme a tutto il distaccamento Mina della Rosselli. Il 31 dicembre è fucilato al cimitero di Barzio insieme a 10 degli arrestati.
Pino nasce nel 1910. Lavora alla Moto Guzzi di Mandello. Nel dicembre 1941 sposa Carolina Figini, lattoniera. Nei primi mesi del 1945 è a capo di un nucleo SAP di Lecco. Il pomeriggio del 26 aprile 1945 Pino Figini è ucciso a Maggianico dai nazifascisti in ritirata.