Giornate Fai d'Autunno: ecco i gioielli lecchesi da scoprire

Un weekend unico, irripetibile, in programma sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019.

Giornate Fai d'Autunno: ecco i gioielli lecchesi da scoprire
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Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono più vitali che mai. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno individuato itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in tutto il Paese. Un weekend unico, irripetibile, che sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre.

Giornate Fai d'Autunno

Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda, invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi.

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Ecco i gioielli lecchesi da scoprire

Due i Comuni  lecchesi che apriranno al pubblico i propri incantevoli luoghi, tutti da scoprire e ammirare. Si tratta di Esino Lario e Paderno d'Adda.

Esino

Ecco cosa sarà possibili visitare ad Esino

Il Museo delle Grigne, recentemente rinnovato in occasione di Wikimania, conferenza tenuta e Esino Lario nel 2016, ripercorre la storia del territorio partendo dalle formazioni geologiche che hanno determinato la nascita delle Grigne, fino ai tempi più attuali. Attraverso pannelli interattivi sono illustrati i numerosi fossili di origine marina rinvenuti sulle montagne della zona, i reperti archeologici afferenti agli insediamenti celtici e romani e gli oggetti d'uso quotidiano della comunità otto-novecentesca. Non mancano riferimenti alla produzione del ferro e alla nota Scuola di Arazzeria di Esino.

La chiesa di San Vittore Martire sorge sulla sommità di uno sperone roccioso che segna il confine tra le due "anime" di Esino Lario, cioè Esino inferiore ed Esino superiore. La posizione, dominante sulla sottostante valle, è di grande valenza paesaggistica. L'edificio è frutto di diversi ampliamenti occorsi nel tempo; l'interno conserva un notevole altare maggiore con raro architrave ligneo datato al 1654. Notevole è però anche la sacrestia che ha conservato l'immagine secentesca, con le grandi armadiature barocche e la volta con riquadri a stucco in cui sono raffigurati soggetti religiosi e, curiosamente, è presente anche la raffigurazione di un chierichetto che invita al silenzio.

Villa Clotilde è un interessante esempio di edificio civile, costruito all'inizio del Novecento dalla famiglia Cazzaniga. La villa è un esempio ben conservato e rappresentativo del tema della villeggiatura signorile che a inizio Novecento caratterizzò il territorio di Esino Lario, prima del "boom" turistico che interessò la zona tra gli anni Cinquanta e Ottanta. La villa, recentemente restaurata e riaperta al pubblico, mantiene intatti alcuni elementi originari quali i caminetti e le belle vetrate colorate della sala di soggiorno. Il piano terreno è sede della biblioteca locale. Al primo piano è conservato l'archivio dell'ingegnere Pietro Pensa, storico lariano autore di numerose pubblicazioni relative al territorio. In occasione delle Giornate FAI di Autunno sarà consentito ai soli aderenti FAI la visita all'archivio e in particolare al ricco fondo pergamenaceo, con documenti anche risalenti al Trecento.

La chiesa di San Vittore Martire sorge sulla sommità di uno sperone roccioso che segna il confine tra le due "anime" di Esino Lario, cioè Esino inferiore ed Esino superiore. La posizione, dominante sulla sottostante valle, è di grande valenza paesaggistica. L'edificio è frutto di diversi ampliamenti occorsi nel tempo; l'interno conserva un notevole altare maggiore con raro architrave ligneo datato al 1654. Notevole è però anche la sacrestia che ha conservato l'immagine secentesca, con le grandi armadiature barocche e la volta con riquadri a stucco in cui sono raffigurati soggetti religiosi e, curiosamente, è presente anche la raffigurazione di un chierichetto che invita al silenzio.

La Via Crucis, detta anche "Via della Croce", è costituita da una serie di cappelle per le quali lo scultore milanese Michele Vedani realizzò, tra il 1939 e il 1940, una serie di formelle in bronzo, grazie al metallo donato dagli abitanti e dai villeggianti della zona. L'artista volle offrire l'opera al paese di Esino (dove aveva la propria casa di villeggiatura) dando corso al desiderio della defunta figlia Minuccia.

La Chiesa di Ornatella è  una piccola chiesa di origini romaniche situata in località Ortanella, a 996 metri sul livello del mare, in mezzo a un paesaggio naturalistico di grande fascino. Se ne hanno notizie già intorno al XIII secolo; sorge lungo l'antica direttrice montana che collegava Esino a Lierna. Consta di un'unico ambiente, molto semplice, decorato con affreschi del pittore lariano Ezio Mojoli; l'esterno è in pietra a vista, frutto di un restauro datato al 1927.

Paderno d'Adda

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno, eccezionalmente e per la prima volta, sarà possibile visitare la Centrale Edison Spa “Guido Semenza”. Quando, nel 1917, si progettò la sua realizzazione, lungo il corso del fiume Adda erano già in funzione altri due impianti Edison, Bertini ed Esterle, motori della prima industrializzazione di Milano e zone limitrofe. La Centrale Semenza viene ideata per utilizzare le acque eccedenti la portata massima della Centrale Esterle e venne costruita in prossimità della già presente diga di Robbiate, al fine di sfruttare il salto di 9 metri che l’acqua compie grazie a questo sbarramento. La semenza entrò in funzione nel 1920, con una configurazione idraulica molto particolare: le turbine si presentavano, infatti, immerse nell’acqua senza l’ausilio di condotte o di collettori. Oggi la Centrale Semenza è ancora in funzione. Grazie ad un attento restauro, avvenuto tra il 2002 e il 2003, l’edificio ha mantenuto il suo aspetto originario.

La storia del Molino Colombo inizia nella valle dell’Adda quando, nel 1882, Federico Wyttenbach costruisce il primo mulino italiano alimentato a energia elettrica trasformando la macinazione del grano, ancora condotta in forma artigianale, in un’attività industriale. Durante i primi anni del XIX secolo subentrano nella gestione del mulino i fratelli Anselmo, Luigi e Salvatore Colombo, grazie ai quali si inaugura un florido periodo per l'azienda. Questa fase fiorente subisce, tuttavia, una momentanea interruzione quando, nel 1945, il mulino viene distrutto durante un bombardamento,. è con la sua ricostruzione che il Mulino assume l'aspetto che oggi lo caratterizza. Nel 2015 l’azienda effettua una grande opera di ampliamento e apre l’Accademia della Farina, un moderno laboratorio di panificazione, pizzeria e pasticceria. Qui i maestri panificatori, pasticceri e pizzaioli trovano un luogo di incontro per condividere i "segreti del mestiere" con i clienti del mulino.

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